‘Tutto quello che vuoi’: incontro tra due generazioni

tuttoquellochevuoiUn incontro tra due individui diametralmente opposti per cultura, età ed estrazione sociale riesce ad elevare entrambi, dopo una lunga attenta opera di studio reciproco. La tesi centrale del film è che una relazione, un incontro significativo può cambiare la vita, e questo è profondamente vero, nonostante le brutture odierne. Ma è un tema trattato con garbo e sensibilità, senza retorica o enfasi. Con un linguaggio narrativo fresco e profondo viene rappresentato l’incontro e il rapporto che ne segue tra un ventiduenne trasteverino, coatto e ignorante e un ottantacinquenne poeta con un passato di cultura ed esperienze belliche e di vita che va dimenticando.
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La miccia che fa esplodere la pellicola, proiettando una vicenda garbata, costruita sui riconoscibili meccanismi della strana coppia intergenerazionale, nella dimensione travolgente del racconto personale, è dunque l’arrivo dirompente del vecchio poeta Giorgio. Nell’istante in cui entra in scena il personaggio di Giuliano Montaldo, infatti, Tutto quello che vuoi perde il vestito fin troppo perfetto del genere e diventa qualcosa di avvolgente, commovente, spiazzante. Col passare dei giorni dalla mente un po’ smarrita dell’anziano poeta, e dai suoi versi, affiora progressivamente un ricordo del suo passato remoto: indizi di una vera e propria caccia al tesoro. Seguendoli, Alessandro si avventurerà insieme a Giorgio in un viaggio alla scoperta di quella ricchezza nascosta.
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Bruni ha una capacità simile a quella di Virzì nel rendere i sentimenti dei suoi personaggi fragranti grazie alla fermezza dello sguardo, alla sensibilità ambientale nonché al rifiuto di ogni forma di sopraffazione moralistico o didascalica. La banda degli amici capeggiata da Carpenzano comunica una credibilità assoluta e la Finocchiaro dà vita a un cameo eccezionale, ma Bruni può ascriversi anche il merito di avere ottenuto dal ‘badato’ Montaldo la perfetta incarnazione del necessario trait-d’union tra la resistenza della memoria e la fragilità dell’ignoranza.

credits to/fonti: sentieriselvaggi.it – cinematografo.it – ilmattino.it – cameralook.it