Solo ”7 minuti”, ma il lavoro è una cosa seria

7minutifilmIl titolo di questo film (ispirato a una storia reale verificatasi in un’azienda tessile nel 2012) si riferisce alla ”piccola” (?!) rinuncia che dovranno effettuare undici operaie al fine di vedersi confermate all’interno di una società appena passata da un piccolo storico gruppo familiare italiano a un colosso francese. A comunicare la notizia della decisione dei piani alti alle colleghe sarà Bianca, portavoce delegata del gruppo, la quale dovrà sottoporre alle operaie una sorta di referendum per capire con un ”si” o un ”no” chi è d’accordo sul rinunciare a 7 minuti della pausa lavorativa di 15 minuti. A Ottavia Piccolo, nei panni di Bianca, ovvero la voce della ragione che sa penetrare le coscienze di chi, reagendo di pancia, cerca invece la soluzione più immediata, come Angela, l’operaia napoletana con quattro figli cui dà la presenza “pesciarola” Maria Nazionale: ed è una scelta di casting azzeccata affidare quel ruolo a una cantante, perché la potente voce di Angela sembra voler costantemente sopraffare quella pacata di Bianca.
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L’altra cantante del cast è Fiorella Mannoia nei panni di Ornella, coetanea di Bianca e memore di un tempo in cui i diritti degli operai erano tutelati: la sua prova di attrice è notevole e inaspettata. Ambra Angiolini presta la sua incazzatura alla combattiva Greta e Violante Placido è un’insolita contabile dall’aspetto dimesso. Nel cast anche alcune attrici francofone (7 minuti è una coproduzione italo-franco-svizzera): Clémence Poésy, Balkissa Maiga e la potente Sabine Timoteo, oltre ad Anne Consigny nei panni della manager responsabile dell’acquisizione della fabbrica.
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L’incertezza del futuro appesa a 7 minuti. Un caleidoscopio di vite diversissime e pulsanti, vite di donne, madri, figlie. Undici caratteri, per una riflessione sulla possibilità concreta di opporre resistenza e di reagire all’incertezza del futuro, tra caos, logica e giustizia. Uno spaccato rappresentativo della società contemporanea al femminile. La disperazione è acuita dal fatto che la decisione non solo deciderà delle loro vite professionali, in periodo di grande crisi e difficoltà nella riconversione, ma anche quella delle altre trecento dipendenti.