Le parole non dette fanno più rumore di mille voci: ‘Il Silenzio Grande’

Ci immergiamo negli anni’60 e in una lussosa villa di Posillipo a Napoli, dimora della famiglia Primic per vivere la trama di una famiglia che vive una fase psicologica precaria a causa dei problemi finanziari che portano alla vendita della casa, in cui l’importante scrittore Primic ha sempre vissuto con la moglie Rose, il figlio, la figlia e la fedele cameriera Bettina. La decisione di vendere l’immobile è stata presa dalla signora Rose Primic (Margherita Buy) e dai suoi due eredi, Massimiliano e Adele; il capofamiglia Valerio (Massimiliano Gallo), però, non è d’accordo con questa scelta. In questa situazione, l’uomo capirà che finora non ha mai veramente conosciuto i suoi familiari e, approfitterà di questo contesto, per approfondire anche la conoscenza con se stesso.
Il silenzio grande è un intreccio perfetto di cinema e teatro. Un film teatrale che sottolinea l’importanza e l’uso della parola, della comunicazione, dello scambio mentre parla di legami e confronti rimandati. Ambientato negli anni Sessanta, il film risuona attualissimo. «Il silenzio è una brutta malattia» sentenzia Bettina, ma anche il rumore generato dal chiacchiericcio inutile può creare altrettanti danni. Una storia segnata dai conflitti, gli equivoci, i confronti, le voci e i silenzi di una famiglia tanto eccezionale quanto, nel suo intimo, caotica e disfunzionale.
Massimiliano Gallo si consacra come attore poliedrico, in grado di interpretare un ruolo profondo e tormentato ma al contempo sfoggiare un’intelligente (auto)ironia tipicamente partenopea. Da sottolineare il rapporto speciale emotivo che si instaura con la ‘cammarera’ Bettina, interpretata da un mostro sacro della tradizione napoletana come Marina Confalone.