Marguerite, nobildonna dalla voce impossibile

marguerite (1)Parigi, 1921: l’aristocrazia si riunisce, come di consueto, nella dimora di Marguerite Dumont (Catherine Frot), in cui la musica classica è un pretesto per opere di beneficenza. Ma chi è questa bella signora che detiene in casa abiti di scena, libretti d’opera e animali da compagnia strambi? Nessuno la conosce bene, però tutti gli ospiti sanno che è molto ricca e che ha dedicato una vita intera alla sua più grande passione: la musica. Piccolo dettaglio, ahimè, è più stonata di una campana, cosa che provoca un’ilarità tacita tra i suoi ammiratori e la servitù, i quali la incoraggiano con applausi e omaggi floreali, facendole credere di essere una grande artista.
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Marguerite pensa veramente di essere brava, difatti le sue reazioni ai finti complimenti o alle frecciatine sarcastiche confermano un’ingenuità mista a purezza che non possono che toccarci. In fondo Marguerite è una brava persona, e che male c’è se si ostina a corrispondere ad una missione per cui non è stata chiamata? Si capirà più avanti che il motivo è in realtà un altro. Attraverso il canto, che comunque adora, lei intende riconquistare il marito. A consentirle di portare avanti questa farsa è il suo fidato maggiordomo di colore, in realtà il suo angelo custode. Si occupa di tutto, anche di impedire che la sua signora possa nutrire il più microscopico dei dubbi circa le sue potenzialità.
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Quando un giovane giornalista, in modo provocatorio, decide di scrivere un articolo sulla sua ultima performance, Marguerite comincia a credere ancora di più nel suo talento. Ciò le infonde il coraggio di cui ha bisogno per perseguire il suo sogno. Nonostante la riluttanza del marito e con l’aiuto di un cantante che era stato un divo nel passato, decide di esercitarsi per esibirsi nel suo primo recital di fronte ad un pubblico di sconosciuti. Seguono corsi di canto a domicilio e una spirale di bluff, maschere sociali che vedono l’irresistibile innocenza angelica di Marguerite avvicinarsi sempre di più all’abisso: al momento della verità. Suddiviso in cinque capitoli (“La grande Marguerite Dumont”, “Un nuovo mondo”, “Verso la gioia”, “La voce del suo maestro”, “La verità”), il film oscilla fra la comica ridicolaggine del personaggio e un’emozione drammatica sempre sottesa.
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Nella Francia degli anni ’20 si consuma la tragedia di una nobildonna incapace di riconoscere il proprio mancato talento. ”Marguerite”, pellicola di Xavier Giannoli è un agrodolce approfondimento sulla mediocrità. Questo film è liberamente ispirato alla vita di Florence Foster Jenkins, uno scarso soprano newyorkese vissuto tra fine Ottocento ed inizio Novecento.