La zona d’ombra scoperta da Will ‘Omalu’ Smith nel football

zona-d-ombraLa storia parte da Mike Webster, campione di football americano dei Pittsburgh Steelers morto nel 2002 a cinquant’anni, solo, povero e mentalmente devastato. Partendo da un certosino lavoro come patologo forense e neuropatologo, il dottor Bennet Omalu (interpretato da un Will Smith inedito e molto convincente) ha costruito la sua ricerca sulla encefalopatia cronica post-traumatica applicata al gioco del football americano.
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Omalu capisce che i sintomi che accusava Webster, come deliri mentali, allucinazioni ecc, possono essere il frutto dei continui micro-traumi cranici, circa 25 000, che un giocatore di football riceve nella sua carriera. Ma quanti possono esserci come Webster? E come può accogliere una notizia del genere il colosso NFL, National Footbal League, potentato dello sport più famoso negli States? Comincia così la battaglia di un “Davide” della Medicina contro un “Golia” dello Sport. La scoperta scientifica potrebbe minare le pur robuste radici del gioco più seguito d’America, ma non solo: se i traumi sono dovuti a colpi violenti che un atleta può ripetutamente ricevere alla testa, si dovrebbero considerare a rischio tutti gli sport ” di contatto ” che in America includono oltre all’ American football anche, l’hockey su ghiaccio, il rugby, la boxe, il soccer ed il wrestling.
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Molte altre stelle del football Americano iniziano a mostrare segni di squilibrio e, ad uno ad uno, iniziano a suicidarsi. Il Dr. Bennet continua la sua lotta contro la NFL, cercando di convincerli della gravità della situazione, ma ovviamente non è così facile. Continua a ricevere telefonate, minacce, insulti. Durante la sua ostinata ricerca, il medico tentò di smantellare lo status quo dell’ambiente sportivo che, per interessi politici ed economici, metteva consapevolmente a repentaglio la salute degli atleti.