Il road-movie dei sentimenti: ‘Il Padre d’Italia’

ilpadreditaliaLui è Paolo (Marinelli), lei è Mia (Ragonese). Lui è un omosessuale introverso, orfano e razionale, un solitario che ha appena concluso una storia d’amore di 8 anni. Lei è una cantante allo sbando, esuberante, incapace di dire e dirsi la verità, e di mettere un punto fermo nella sua vita. Fra le altre cose è incinta. Da quell’incontro i due intraprendono un viaggio da Torino a Reggio Calabria passando per Roma e Napoli. Un viaggio non solo geografico, ma anche sociale ed emotivo.
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A scatenare il tutto è il fatto che i due si conoscono nella dark room di un locale del Nord; lei è incinta ed è la cantante di un gruppo che non fa proprio i salti mortali per riaverla con sé. I due rimangono legati dal bisogno di lei di un posto dove dormire, poi continua a legarli la necessità di trovare qualcuno che la riaccompagni dal suo ragazzo (il cantante del gruppo), a cui si aggiunge l’esigenza di tornare a casa (a Roma!) e a seguire finiranno a Napoli e giù fino alla Calabria da cui lei proviene e in cui ancora c’è quella famiglia che non la vede di buon’occhio a causa del suo atteggiamento anticonformista.
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Scartando subito la storia d’amore per ragioni di preferenze sessuali, tra i due protagonisti si sviluppa un rapporto asimmetrico ma di grande emotività e dipendenza, un incontro fugace (poco più di un weekend) che brucia svelto e intenso. Il secondo lungometraggio di Fabio Mollo è la storia di due esseri umani diversi fra loro che si incontrano per caso. Un gay dalla vita inquadrata, abbattuto da una storia appena finita, una cantante scapestrata ampiamente incinta ma poco interessata alla gravidanza. Il primo, per senso del dovere, cercherà di accompagnare la seconda a casa (se non altro) finendo in una rete di obblighi, sempre più grandi.
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Un viaggio sulla strada che rinnova, anche, i presupposti del genere. Perché Mollo rimane fermo – mai fisso – sui primi piani dei due attori, lasciàndoci intravedere la costruzione di un amore – particolare, insensato, folle e bellissimo come tutti gli amori – attraverso gli sguardi, le espressioni confuse, le mezzeparole che non si trovano dei due protagonisti. I due condivideranno un viaggio in furgone, attraverso la penisola, da Torino a Reggio Calabria, passando per Roma e Napoli, uno sguardo all’Italia dei nostri giorni, dove l’arrivo in un assolato meridione scalderà non solo i corpi ma anche i cuori dei protagonisti. Marinelli e la Ragonese svolgono al meglio il loro compito, Mia e Paolo sono due personaggi intensi e ben definiti, coi quali si entra subito in contatto. La bontà di Paolo e spiazzante quanto l’incoscienza di Mia, e il loro essere così distanti in tutto li rende complementari.

fonti: iodonna.it – wired.it – ecodelcinema.com – badtaste.it