”150 milligrammi”: storia di un farmaco-killer silenzioso

150mgNell’ospedale di Brest dove lavora, la dottoressa Irène Franchon scopre un legame diretto tra una serie di morti sospette e l’assunzione di un medicinale in commercio da oltre trent’anni. Indignata per la colpevole indifferenza di colleghi e agenzie preposte Irène, mette in atto una lotta impari contro la potente industria farmaceutica. Esistono killer silenziosi che per i più sono praticamente impossibili da individuare. Si chiamano molecole e, alcune di esse, possono risultare fatali, come il benfluorex che per oltre 30 anni è stato utilizzato da quasi 3 milioni di francesi.
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Il nome commerciale è Mediator (in Italia noto come Mediaxal) e veniva usato nella terapia per il diabete anche se, di fatto, si prescriveva per la cura dimagrante. ”Una Giusta, una donna pura. Nel suo grande candore, non vede il male. Fa il medico unicamente per assistere e curare le persone, non è alla ricerca di potere e dunque non ha mai avuto paura di compromettersi”. Così l’attrice e regista Emmanuelle Bercot descrive Irène Frachon. Una figura femminile forte, di esempio, preoccupata per i pazienti, che decide di denunciare nonostante la paura, grazie anche ad una splendida famiglia con cui condivide quegli ideali racchiusi nella frase di Einstein che Irène ama citare: “Il mondo è un posto pericoloso in cui vivere, non a causa di coloro che compiono azioni malvagie, ma a causa di coloro che stanno a guardare senza fare niente”.
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Il film, intriso di puro realismo, si presenta come un’indagine giudiziaria avviata dai medici bretoni nei confronti del colosso farmaceutico Servier. Almeno 500 le morti attestate. Il farmaco, dopo la lotta portata avanti dalla dott.ssa Frachon, è stato ritirato dal commercio. Sebbene il libro verità non abbia seguito sin da subito un fortunato percorso per via delle accuse mosse dall’azienda farmaceutica all’autrice, costretta a mutare il sottotitolo del suo libro da “Combien de morts?” a “Sous-titre censuré”, la realizzazione del film sembra dare nuova linfa a un’inquietante vicenda giudiziaria forse per troppo tempo tenuta nell’ombra. L’interpretazione straordinaria di Sidse Babett Knudsen agevola lo sviluppo narrativo della cupa vicenda presentando al pubblico un personaggio tanto tenace quanto professionale pronto a sfidare chiunque pur di far trionfare la verità.

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